Le consonanti

Nel nostro alfabeto ci sono quindici consonanti, dette così in quanto non possono <<suonare>> se non accompagnate da una vocale.

Secondo la parte della bocca che viene maggiormente usata per la loro pronuncia, le consonanti si possono così suddividere in: Labiali, Linguali, Dentali, Palatali e Gutturali.

Discorso a parte per le consonanti: c, g, h, q, s, z.

C,G

  • Hanno un sono dolce (o palatale) davanti alle vocali e,i: cesto, gente, circo, gita.
  • Hanno un suono duro (o gutturale):

 – davanti alle vocali a,o, u: cane, covo, cute, gamba, gobbo, gusto;

– davanti a consonante: creta, cloro, grano, globo;

– in fine di parola: clic, tic, bang, gong.

H

È detta lettera muta in quanto, non avendo alcun suono, non si pronuncia. È usata solo come segno grafico nei seguenti casi:

– per indicare il suono duro di c e g davanti alle vocali e, i: chele, chimico, ghetto, laghi;

-in molte esclamazioni o interiezioni per prolungare il suono della che la precede: ph, ah, uh, ohibò, ehi;

-in alcune voci del verbo avere (ho, hai, ha, hanno) per distinguerle da parole che si scrivono allo stesso modo (a, ai, a, anno).

H è la lettera iniziale di alcune parole latine o straniere: hotel, habitat, hobby, hangar, handicap, hamburger…

Q

È sempre seguita da u più altra vocale: quarta, questua, quindici, liquore. Attenzione però: i suoni qua, que, qui, quo sono molto simili ai suoni cua, cue, cui, cuo (quadro / proficua; quercia / innocue; inquinamento / taccuino; quoziente / cuoco)

Non bisogna confondere le parole scritte con il gruppo qu (quanto, sequenza, quiz)  con quelle scritte con gu (guanto, seguente, guizzo)

S

La s seguita da vocale viene detta esse pura (sale, rosa, asini), mentre, se seguita da altra consonante, viene chiamata esse impura (sbaglio, sfinito, lustro).

  • Può avere un suono dolce o sonoro

– se tra due vocali: vaso, mosaico;

– se è seguita da b, d, g, l, m, n, r, v: casba, sdraio, sgambetto, slacciare, risma, masnada, sradicare, risvolto;

– nelle parole in –asi, -esi, -isi, -osi: estasi, parentesi, paralisi, lordosi.

  • Ha un suono aspro o sordo

– se seguita da vocale a inizio parola: slame, sedile, sipario.

– seguita da c, f, p, q, t: scudo, sponda, squadra, stanza;

– se è doppia: cassa, assassino, visse.

Z

  • Ha un suono dolce o sonoro

– se a inizio di parola: zampa, zebra, zinco.

-se tra due vocali: -bazar, azoto

– sei suffissi –izzare, -izzazione: aizzare, autorizzazione.

  • Ha un suono aspro o sordo

– se doppia: cozzare, bazzecola;

-se seguita dai gruppi: ia, ie, io: letizia, azienda, azione;

– nelle parole che finiscono in –anza, -enza: distanza, obbedienza.

Ce/cie – ge/gie

Le forme corrette sono ce e ge. La i, se è accentata, si mantiene èperò nel plurale dei nomi terminanti in –cia e –gia: farmacia / farmacie, bugia / bugie

Si hanno le forme  – cie / – gie in alcune parole: cielo, cieco, specie società, formaggiera e altre.

Li / gli

  • Si una Li:

– quando l’accento cade sulla i: balìa, regalìa, zoofilìa

– in sillabe inizile, tranne che per gli e glie (articolpo e pronome): lieve, liana, liuto;

– quando il suono è doppio: idillio, cammelliere, sollievo

– nei nomi propri e in quelli geografici di origine latina: Amalia, Virgilio, Emilio (tranne in Guglielmo e Gigliola; Italia, Sicilia, Versilia.

  • Si una gli con i nomi geografici di origine straniera (Siviglia, Marsiglia) e in tutti gli altri casi: consiglio, maglione, ventaglio, conchiglie, conguagli. Famigliare, derivato da famiglia, si può anche scrivere familiare.

M e n davanti a p e b

Davanti a b e p si trova sempre m e non n: tombola, timbro, lampadina, compressa. Nei nomi composti si scrive: Giambattista, Giampaolo, ma anche Gian Battista, Gian Paolo. Altre eccezioni si hanno con alcune parole composto di bene: benpensante, benportante, benparlante.

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