Le favole per la didattica L2

Il testo è una sintesi della tesi del master universitario in Didattica dell’italiano come lingua seconda di Fabiana Gurrieri.

Le favole, genere letterario “sempreverde” e radicato negli anni, si prestano particolarmente bene all’apprendimento dell’italiano per gli stranieri e possono essere sfruttate per la creazione di un progetto di didattica dell’italiano come lingua seconda perché utilizzano un linguaggio semplificato che arriva facilmente al lettore. Per iniziare a comprendere la potenzialità delle favole bisogna innanzitutto superare l’etichetta di “genere letterario per bambini”, perché le favole possono essere adoperate anche per classi di preadolescenti o, addirittura, adolescenti.

Il progetto creato, dal titolo Leggere i racconti per leggere il mondo, si basa sulle favole della scrittrice italiana Susanna Tamaro, in particolare tre racconti: Il cerchio magico, Tobia e l’angelo e Il grande albero e consta fondamentalmente di tre fasi importanti.

Prima fase: la lettura del testo

In questa fase introduttiva si ha la presentazione in classe della favola scelta tramite lettura orale sia cooperativa che individuale. Parcellizata, perché i racconti sono particolarmente lunghi e suddivisi per capitoli. La lettura della favola deve risultare coinvolgente per poter catalizzare l’attenzione degli apprendenti, quindi è fondamentale adottare strategie che rendano efficace la comunicazione, come ad esempio disporre le sedie a cerchio per favorire il contatto visivo tra studenti e docenti (soprattutto per gli apprendenti più piccini, ma non solo). Tra le altre strategie adottabili non può mancare l’attenzione alla paralinguistica (l’altezza, il volume e il tono del discorso) modificando magari il proprio timbro vocalico per “recitare” i dialoghi del testo. Essenziale è anche l’attenzione alla dimensione extralinguistica con l’utilizzo di oggettistica e mimica a supporto della narrazione.

Per gli apprendenti più grandi, la lettura può essere veicolata non dal docente ma dagli stessi studenti, con lettura orale a turnazione, chiedendo anche a loro di far attenzione alla paralinguistica.

In questa prima fase può essere utile aiutarsi con supporti didattici come le immagini e/o le registrazioni.

Seconda fase: l’analisi

Nella seconda fase si passa alla comprensione del testo guidata dal docente attraverso domande strutturate sui personaggi, sulla storia, sull’ambientazione, sul messaggio ecc.

Si suddivide il testo in sequenze e si analizzano. Successivamente si apre un dibattito in classe in cui il docente può fornire anche una chiave di lettura che, tuttavia, non dev’essere universale.

Quando gli studenti saranno entrati in sintonia con l’opera e l’avranno resa propria, si potrà passare finalmente alla terza fase.

Terza fase: la rappresentazione teatrale

La rappresentazione teatrale è importante per parecchi motivi. Primo fra tutti il TPR (TOTAL PHISICAL RESPONCE) ovvero l’associazione tra il comando verbale e l’azione fisica, che attraverso il copione teatrale si solidifica. A tal proposito, anche il copione teatrale è di vitale importanza, perchè aiuta la memorizzazione e quindi stimola la capacità mnemonica degli apprendenti, inoltre, qualora si decidesse di far scrivere il copione agli stessi studenti, questo potrebbe essere un ottimo esercizio per la comprensione ed esposizione di nuove forme lessicali e grammaticali.

Altra caratteristica importante in questa terza fase è che gli apprendenti imparano i nomi di molti oggetti e/o costumi di scena che magari prima non conoscevano, quindi vanno ad acquisire informazioni sempre nuove.

Il progetto ha lo scopo di supportare la didattica tradizionale attraverso un laboratorio letterario-teatrale che possa approfondire alcuni aspetti linguistici e favorire l’apprendimento della lingua seconda. La conoscenza è fluida, non può essere schematizzata né incasellata, dunque è necessario che coesistano differenti modalità di insegnamento (e conseguenzialmente di apprendimento) per poter approfondire meglio gli argomenti trattati e poter fornire agli studenti strumenti sempre più compositi per entrare in contatto con una cultura completamente nuova.

Fabiana Gurrieri

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