Cosa ci attende in futuro?

Un’epoca storica si comprende a partire dalle parole che più vengono utilizzate: togli la parola “Dio” al Medioevo e non capirai più nulla, così come la parola “denaro” al giorno d’oggi.                                                                                                                                     

  Le uniche due parole che descrivono meglio il XX e il XXI secolo sembrano essere “crisi” e “depressione”. Hanno entrambe le proprie accezioni di significato con le quali vengono più spesso utilizzate (una più legata all’ambito economico e l’altra a quello psicologico), ma la cosa interessante è che sono perfettamente interscambiabili: crisi nervosa, crisi d’identità; la grande depressione, depressione economica. Tutto ciò indica che forse la radice dei problemi della società potrebbe trovarsi nell’economia. Ma analizziamo brevemente gli ultimi eventi accaduti.

Il mondo è entrato in una nuova fase di crisi: agli inizi del 2020 dalla Cina si è sviluppata e diffusa una nuova pandemia globale. Tutto ciò appariva ai più come un evento impossibile, data la concezione divina che gli esseri umani avevano di loro stessi, ma improvvisamente la gente si è ritrovata catapultata in scenari che gli parevano lontanissimi e che avevano solo letto nei libri di storia. Ecco come la natura ha svegliato l’uomo dal suo sogno mistico, l’ha costretto a rendersi conto della sua condizione di estrema precarietà e di come tutta la narrazione che si era costruito riguardo l’infallibilità della scienza, la fede nel progresso e il suo dominio sulla natura fosse completamente falsa.                                                   

  Tuttavia, questo breve e risibile evento sarà presto superato in seguito allo sviluppo e alla distribuzione del vaccino, ma ciò che non passerà saranno le pesanti conseguenze economiche.

Non è la prima volta che il capitalismo attraversa una delle sue crisi cicliche anche perché è proprio ciò che lo caratterizza. Prendiamo l’Europa ad esempio, appena uscita dalla crisi dei debiti sovrani, caratterizzata da politiche di austerità e da limiti di bilancio, ecco che sospende ex abrupto ogni vincolo al fine di sostenere gli Stati in questo momento di crisi. In questo modo l’UE è ricaduta in una spirale di cui ancora non si parla e che non si sa come si evolverà in futuro.                                                                                                                            

  Il debito pubblico già preoccupantemente alto di alcuni paesi come l’Italia è esploso raggiungendo il picco più alto nella sua storia.                                                                          

Il Regno Unito, che aveva dapprima adottato la politica suicida e non sostenuta da nessuna prova scientifica dell’immunità di gregge, si trova in grandi difficoltà a far fronte all’emergenza amplificata (2,8 milioni di disoccupati previsti, la concessione di un prestito di 400 miliardi di sterline e il livello del Pil che non rientrerà nel livelli pre-crisi se non nel 2023) senza considerare il gigantesco impatto economico che dovrà ancora avere la Brexit.               

Gli Usa, potenza in declino, pagano a caro prezzo la politica scellerata, assurda e antiscientifica di Trump con 250 mila morti, un sistema sanitario privato al collasso incapace di gestire l’orda di poveri contagiati e la bancarotta di parecchie grandi società.                                                          

Nel frattempo la Cina ha già superato l’emergenza, la sua economia torna a crescere e sono proprio sue le prime 5 banche più ricche del mondo.

Le domande dunque sono: cosa ci attende il futuro? il capitalismo saprà rigenerarsi e adattarsi come ha già fatto nel corso della storia o perirà definitivamente? Di quale portata e quanto grandi saranno le conseguenze economiche che dovrà pagare la gente? Il popolo si ribellerà e sovvertirà il sistema o rimarrà inerte a subire passivamente?                                     

  Ai posteri l’ardua sentenza.

JOSEPH KEYNES

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