Il Purgatorio: la cantica dell’umanità

Dante primo canto purgatorio

Il Purgatorio è la cantica che più ci rappresenta. Tutti, studiando la Divina Commedia, ci interessiamo all’Inferno; è la cantica che più ci piace. Dante ce la propone mettendo in evidenza i peccati delle anime dannate, anime tormentate e destinate alla sofferenza eterna, sofferenza dovuta alla legge del contrappasso. Probabilmente è proprio questa che ci piace. La nostra indole moralista ci spinge a gongolare nel veder qualcuno punito per gli errori commessi in vita. Eppure è il Purgatorio che più si confà a noi, alla nostra vita. Perché?  Riflettiamoci.

Innanzitutto nell’Inferno e nel Paradiso il tempo è fermo, immobile, fisso; nel Purgatorio no, il tempo trascorre, è mobile, è il tempo presente. Il Purgatorio è la cantica del presente, mentre il Paradiso e l’Inferno non hanno tempo. Questo è il primo elemento di vicinanza con noi: la nostra vita è scandita dal tempo che scorre, la nostra vita ha un tempo. A farci caso nel Purgatorio il tempo è un tempo sospeso, un tempo d’attesa per chi vi si trova, l’attesa dell’arrivo in paradiso. E mai come adesso il tempo sospeso del Purgatorio ricorda il nostro tempo sospeso in epoca Covid-19, in quanto stiamo vivendo un tempo d’attesa, l’attesa del nuovo DPCM, l’attesa di non esser più soggetti a restrizioni.

Il Purgatorio è la cantica del desiderio, del desiderio di cambiamento. Il desiderio nasce come esperienza di miglioramento, di voglia di alzare lo sguardo, di cambiare il presente in un futuro migliore. Migliorarci è nella nostra natura, la stessa che ci spinge a trovare e ritrovare la purezza del desiderio. L’attrattiva fa parte della nostra vita, la legge della vita è l’attrattiva che le cose hanno su di noi. A ben riflettere, gli stessi peccati del Purgatorio sono legati all’amore, all’amore con cui si è amato, nel bene o nel male. Giustamente o malvagiamente le anime del Purgatorio hanno amato, chi per brama di primeggiare, chi per onore, chi per fama o per vendetta, chi con scarso vigore, chi troppo i beni terreni. Tutto questo amore non vi ricorda il nostro?

L’uomo è sempre e da sempre in cammino, anche dopo aver smesso di essere nomade diventando sedentario, non ha mai smesso di essere in cammino, di desiderare di più e di meglio. Il Purgatorio è dunque la cantica del cambiamento, della rinascita. Si può ricominciare? Rinascere? Proseguire? Decisamente!

Il Purgatorio è anche molto altro; è la cantica del perdono e della misericordia. Il perdono è amore. Perdonare non significa sorvolare sui peccati altrui, è amare gli altri nonostante i loro errori. Essere perdonati significa essere amati, perdonare significa manifestare amore. Questo non è quello che fa Dante nel Purgatorio e quello che fanno le anime che vogliono purgarsi? Perdonano e chiedono perdono. Perdonano gli altri e perdonano sé stessi, proprio come noi ogni giorno…

Dedico questo post a tutte le ragazze della IV EL del Secusio (anno scolastico 2020/21), le mie belle “Beatrici”! Ricordate di non guardare i confini ma gli orizzonti. Mi mancherete!

Prof.ssa E. Gurrieri

Potrebbero interessarti anche...

Una risposta

  1. Marzo 16, 2021

    […] Leggi anche: Il Purgatorio la cantica dell’umanità […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *