In nome del piccolo popolo

Nel romanzo “In nome del piccolo popolo”, così come nel precedente libro dell’autore: “Le notti dell’alchimista“, Longo riesce a far convivere l’ordinario con lo straordinario; mescola, inventa, riordina; se Stevenson è riuscito a dare delle leggi ai pirati e Kipling a una giungla, chi dice che non debbano esistere pure per il mondo del fantastico?

Leggi costruite così fittamente sulla fantasia e le leggende, tali da risultare come esistenti da sempre ed essere accettate come verità incontrastata. A patto che trionfi sempre la giustizia: che tutela il bene, l’uguaglianza e la felicità, indistintamente di che razza o mondo fantastico a cui si appartiene.

Il libro è edito da Ali Ribelli Edizioni, inserito nella collana “Mondi Possibili”, dovrebbe e ripeto dovrebbe, essere una lettura indirizzata ai bambini e ragazzi. Io consiglio la lettura pure agli adulti, ma per essere goduta fino in fondo,  e quindi intrufolarsi nel loro mondo, la compagnia di un bambino.

Ciò che questa lettura insegna ai bambini, senza pretese di trasmettere alcun insegnamento, è che per ricoprire una carica serissima; “diventare” Avvogatto o Avvofata è appunto necessario rimanere per parte se stessi. Da questo ritengo sia nato il connubio tra “Avvocato” e “Gatto”.

Agli adulti, la lettura di questo libro, ricorda innanzitutto che là dove non arrivano le leggi  manchiamo di fantasia.

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