Io sono Persefone recensione

Io sono Persefone è il primo libro edito Rizzoli del Professor Daniele Coluzzi. Come si può evincere dal titolo l’argomento del testo è mitologico. Persefone (Proserpina per i romani) è la figlia tanto amata da Demetra (Cerere per i romani) che viene rapita da Ade, re degli inferi, e trascinata nel regno dell’oltretomba. Pensato per trasmettere la conoscenza del mito ai giovani, il libro ci trascina nelle profondità dell’animo umano e nei sentimenti dell’età adolescenziale. Core (nome usato dall’Università di Enna per omaggiare la dea) dopo il rapimento (nei pressi di Enna appunto) viene a contatto con un mondo ben diverso da quello edulcorato nel quale la madre l’ha fatta vivere per proteggerla. Avrà modo di conoscere le Erinni, Tisifone, Aletto e Megera, che si occupano di giustiziare negli inferi i peggiori tra i condannati. Avrà la possibilità di capire che luce e ombra sono complementari, che vita e morte vanno a braccetto, che bene e male sono due facce della stessa medaglia. Capirà che le scelte vanno prese da soli, che non si può vivere da figlia per sempre, che anche le amicizie hanno il diritto di percorrere le strade volute.

“Temono la morte, gli esseri umani, ma non si accorgono che è la vita a
torturarli.
Il supplizio più grande che il fato ha previsto per loro è quello di vivere
inseguendo desideri che non riescono mai ad appagare fino in fondo. I sogni
degli uomini sono come nuvole rapide che cambiano direzione con il vento:
attraversano continuamente il cielo della vita, e ogni volta che si
allontanano se ne portano via un pezzetto.
Per ogni desiderio irrealizzato, gli uomini sembrano un po’ più vecchi.
Sarà per questo che muoiono così presto?”

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