La rivoluzione industriale

La rivoluzione industriale fu un lungo processo di cambiamento produttivo iniziato in Europa nel 1780 e completato nel 1878. Generalmente si distinguono Prima e Seconda rivoluzione industriale. La Prima rivoluzione avvenuta dal 1780 al 1830 riguardò principalmente il settore produttivo tessile e metallurgico, la produzione divenne più veloce e semplice grazie alle nuove scoperte scientifiche finalizzate alla messa appunto di nuovi macchinari più efficienti azionati dalla macchina a vapore. La Seconda rivoluzione, compresa tra gli anni 1856-1878, invece, fu caratterizzata dall’impiego dell’elettricità e dall’introduzione di nuovi composti chimici, alcuni di questi derivati dal petrolio, nella lavorazione dei prodotti all’interno delle fabbriche.

Il Paese che diede origine al processo di rivoluzione industriale in Europa fu la Gran Bretagna, la quale si prestò meglio all’evoluzione del mercato produttivo, grazie alla congiunzione di più condizioni favorevoli, prima tra tutte, l’approvazione nel 1800 del pacchetto di leggi denominato Enclosures acts, (leggi sulle recinzioni dei terreni demaniali che i contadini non potevano più lavorare). Queste leggi sull’agricoltura, di fatto, favorirono gli interessi dei grandi proprietari terrieri a discapito dei piccoli agricoltori i quali, in breve tempo, si trovarono costretti a mutare la loro condizione sociale diventando la nuova forza lavoro impiegata nelle fabbriche.

Altro fattore che contribuì alla Rivoluzione fu la stabilità economica generata dal commercio dei prodotti coloniali come spezie, tessuti e altri beni di consumo, ad opera dei commercianti inglesi, i quali, reinvestirono i profitti di tali commerci nelle nuove tecniche di produzione industriale e nella costruzione di nuove fabbriche.

Il riflesso del mutamento profondo che avvenne in Gran Bretagna fu dato anche da altri fattori: La popolazione delle campagne ormai fortemente penalizzata dei grandi latifondisti e dalle nuove tecniche di coltura meccanizzata, si riversò nelle grandi città alla ricerca di una nuova forma di sostentamento, diventando così la nuova classe operaia la quale si contraddistinguerà per il lavoro fortemente sottopagato e per la totale assenza di garanzie a livello giuridico. La nascita della classe operaia segnò il cambiamento del tessuto urbano: si fece sempre più impellente la necessità di far alloggiare a ridosso delle fabbriche gli operai e le loro famiglie, per tanto, si costruirono complessi urbani denominati sobborghi proletari, caratterizzati principalmente dalla totale mancanza di condizioni igienico-sanitarie accettabili per una Nazione industrializzata.

La rivoluzione industriale non fu un semplice fenomeno verificatosi improvvisamente, bensì un mutamento lungo e complesso generato da avvenimenti storici, economici e sociali che affonda le proprie radici nella storia. Molti di questi avvenimenti hanno creato i presupposti migliori affinché nel 1780 fosse visibile in Gran Bretagna una trasformazione più evidente e tangibile sotto molti aspetti. L’aria di cambiamento viaggiò attraverso l’Europa contagiando più Paesi i quali, in base alle loro possibilità e al loro vissuto storico, avviarono un loro processo d’industrializzazione autonomo ma molto simile a quello Inglese.

La Germania, il Belgio, l’Olanda, la Francia, e la Svezia forti dell’esempio della Gran Bretagna, diedero vita pochi anni più tardi, alla loro rivoluzione industriale con modalità differenti da Paese a Paese. Ognuna di queste Nazioni però ebbe un fattore comune: tutti i loro governi attuarono delle riforme legislative e sostennero attivamente con dei finanziamenti l’industrializzazione, cosa che invece in Gran Bretagna non avvenne, di fatto, i sudditi di Sua Maestà fomentati dallo spirito della libera iniziativa investirono ingenti capitali privati nella costruzione di nuove fabbriche, di nuovi macchinari e sostennero economicamente le ricerche scientifiche che poi furono applicate nei processi di produzione. Si può quindi affermare che in Gran Bretagna la rivoluzione industriale avvenne anche grazie alla lungimiranza di una classe ristretta di cittadini. Ognuna di queste Nazioni trasformò la propria struttura a livello economico, sociale e politico nella prospettiva di acquisire maggiore benessere a livello economico, e poter diventare competitivo in campo commerciale, in maniera da contrastare l’egemonia Inglese, ma nonostante gli sforzi giuridici, l’investimento di forti capitali e lo sfruttamento della forza lavoro, nessuna di queste Nazioni riuscirà a eguagliare il predominio che la Gran Bretagna avrà per innovazione tecnica e per capacità organizzativa sia lavorativa che sociale.

Il video esplicativo lo trovate qui: video rivoluzione industriale

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *