L’origine dell’uomo

Lucy australopiteca

Gli scienziati datano l’origine dell’uomo a circa 7 milioni di anni fa, in Africa orientale (esattamente in Kenya, Etiopia e Tanzania), quando un antenato comune alle scimmie diede via alla discendenza degli ominidi, famiglia alla quale appartiene l’uomo.

Gli ominidi sono una famiglia di primati (mammiferi placentati) di cui fanno parte gli oranghi, i gorilla, gli scimpanzé, l’uomo e altri Homo.

Il più antico ominide è l’Australopiteco, vissuto in Africa già 4,5 milioni di anni fa. Il reperto osseo più antico, trovato dai paleontologi, fu scoperto nel 1974 in Etiopia e chiamato Lucy (da una nota canzone dei Beatles).

Più evoluto è l’Homo habilis, vissuto due milioni di anni fa in Africa, capace di fabbricare utensili di pietra utilizzando la selce.

Altre specie di ominide furono l’Homo erectus, vissuto un milione e mezzo di anni fa, che fu il primo ad utilizzare il fuoco; l’Homo sapiens che arrivò fino in America e dal quale discende l’Homo di Neanderthal, stanziatosi in Germania, il primo in grado di formulare pensieri.

Il nostro antenato è l’Homo sapiens sapiens che lasciò le prime tracce di sé in Africa tra 150 e 200 mila anni fa. Di lì si diffuse in tutti i continenti, arrivando in Europa tra i 60 e i 40 mila anni fa.

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