I quarantanove racconti


I quarantanove racconti di Hemingway sono la raccolta di racconti scritti dall’autore durante la carriera, sono esclusi da questa raccolta, le lettere di corrispondenza raccolte invece nel libro: “By Line” e i racconti autobiografici sui periodi trascorsi in Francia raccolti nel libro: “Fiesta mobile”.
Nonostante i quarantanove racconti siano un’unica raccolta, possiamo dividere l’opera dell’autore in fasi:
la prima fase sono racconti sulla giovinezza che l’autore ci racconta tramite il suo alterego “Nick Adams”.
In questa fase abbiamo sempre uno stile minimalista ma che si avvicina molto al modo di scrivere tipico di Mark Twain.
Nella seconda fase abbiamo già un Hemingway maturo, che ha partecipato al primo conflitto mondiale e sperimenta tra le righe e le storie che scrive, forse essendo amico di Joyce e leggendo spesso Proust, il flusso di coscienza.
Da qui scrive tantissimo sulla guerra e abbiamo nel racconto: “Vecchio al ponte” una bozza di quello che sarà il romanzo che molti anni dopo lo porterà a vincere il Nobel per la letteratura.

Il racconto che andremo ad analizzare, preso dalla raccolta dei quarantanove,  è frutto dei soggiorni  e degli studi compiuti dall’ autore sulla Spagna e sul popolo e su quello che per anni è stato suo oggetto di studio, le corride.
Nella corrida, egli riteneva si riuscisse a studiare da vicino cos’è  la morte, non solo umana, e cos’è il coraggio. Temi molto ricorrenti nel suo lavoro.
Il racconto che analizzeremo è: “La capitale del mondo”.
La storia parla di Paco, un giovane cameriere che aspira a diventare un matador.
Già nell’ incipit tramite un aneddoto abbiamo la descrizione del popolo spagnolo, talmente orgoglioso da cadere nella banalità.
Poi la storia si sposta sulla pensione ristorante, dove il ragazzo lavora assieme alle sorelle e dove alloggiano alcuni tra picadores e matador. Qui il ragazzo ha il modo di poter studiare queste figure da vicino.
Ma ciò che vede è solo una parte e cioè la parte che vuole vedere, l’autore ci racconta tramite illustrazioni e scene delle persone che hanno fallito nei loro ideali e che vivono da sconfitte.
Altro tema che affronta il racconto è la religiosità, lo possiamo capire quando il ragazzo prima di morire inizia a pregare non solo per la fede ma per imitare fino alla fine la vita dei toreri dentro le arene.
E poi abbiamo il resto dei personaggi che ignari della fine del ragazzo continua a vivacchiare. E allora abbiamo il confronto che fa l’autore tra chi sceglie di morire per ciò che ama e chi sceglie di vivere per ciò che detesta.
 

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