La magna Grecia

la magna Grecia

Tra l’800 e il 500 a.C. la crescita demografica e le lotte politiche all’interno delle poleis spinsero i Greci verso Occidente, soprattutto nell’Italia meridionale, dove vennero fondate numerose colonie. In Sicilia le più importanti furono Siracusa e Agrigento. Vanno poi ricordate in Calabria Crotone e in Campania Napoli. Queste colonie divennero talmente potenti, ricche e popolose che furono definite Magna Grecia (la grande Grecia), come se rappresentassero la parte più importante della Grecia. La colonizzazione dell’Italia, tra il IX e il VI secolo a.C., viene definita seconda colonizzazione per distinguerla dalla fondazione di colonie avvenuta tra il XII e il IX a.C., nota invece con il nome di prima colonizzazione: in quel caso l’invasione dei Dori e le carestie che impoverirono la Grecia spinsero molti abitanti a cercare fortuna soprattutto sulle isole dell’Egeo e sulle coste dell’Asia Minore. Le colonie greche ebbero sempre come caratteristica l’indipendenza politica dalla città di origine e con essa mantennero solo legami culturali ed economici. La presenza di colonie greche in tutto il Mediterraneo, infatti, permise la diffusione della lingua, della cultura e dell’arte greca e favorì uno straordinario sviluppo dei commerci.

Nella Grecia antica ogni polis costituiva un piccolo stato indipendente, una città-stato, con una propria organizzazione e proprie leggi. Tra l’VIII e il VI secolo a.C. le poleis greche più importanti furono Sparta e Atene che a lungo si contesero il ruolo di città guida della Grecia. Questi due centri rappresentavano anche modelli opposti di polis, visto che le istituzioni politiche e sociali erano molto diverse tra le due città.

Oltre la cavalleria dei nobili divenne importante avere un esercito il più numeroso possibile. Nacque la falange degli opliti, composta da tutti i cittadini in grado di dotarsi di un’armatura. L’uguaglianza sul campo di battaglia sarà il punto di partenza per una maggiore uguaglianza politica. La polis quindi non dipendeva più dall’abilità ristretta dell’aristocrazia , ma dal numero degli opliti.

Uno dei fenomeni tipici dell’età arcaica fu quello della tirannide. Il tiranno differiva dal re perchè quest’ultimo non otteneva il potere con la forza, ma lo ricevevano dai loro antenati. Il tiranno approfittava dei contrasti tra i diversi strati sociali per impadronirsi del potere, facendosi spesso portavoce delle aspirazioni dei più umili.

Vedi anche La Polis e La Polis greca

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