Le fonti della storia

La discussione moderna sul metodo storico ha dato origine alla metodologia storica che si è soliti chiamare eucaristica che corrisponde alla scienza della ricerca e dell’uso delle fonti. Per fonti storiche si intendono tutte quelle informazioni, i documenti, le testimonianze, gli indizi, le tracce, le prove o i rilevamenti che possono servire allo storico per ricostruire la vita del passato.

Topolski distingue due tipi di fonti: dirette e indirette. Opera inoltre una seconda distinzione tra fonti scritte e non scritte.

Le fonti scritte possono essere:

  • Letterarie, ossia opere di letteratura, scienze, storia, filosofia
  • Epigrafiche, iscrizioni su pietra, metallo, argilla, ecc

Le fonti non scritte posso essere:

  • Iconografiche, cioè immagini, dipinti, disegni
  • Monumentali, ovvero resti di edifici
  • Orali, ovvero testimonianze registrate di persone che hanno vissuto direttamente gli avvenimenti studiati
  • Reperti di altro tipo, quali monete, utensili, abiti, ecc

Croce e Chabod riconosceranno l’impossibilità di una vera e propria classificazione delle fonti.

La critica delle fonti può essere divisa in intrinseca ed estrinseca. La critica estrinseca è l’operazione che lo storico compie analizzando l’autenticità della fonte mediante l’analisi dei suoi aspetti esteriori e formali (materia, scrittura, stile), ma anche l’analisi dei suoi contenuti (errori). La critica intrinseca, invece, riguarda l’accertamento dell’autenticità del documento, la sua credibilità, accertando se l’autore fosse veramente informato sui fatti, se fosse condizionato. Questo tipologia di interpretazione del testo è detta ermeneutica.

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