Didattica di cultura meridionale
Come è noto i programmi curriculari della scuola italiana dedicano poco spazio alle vicende che riguardano il Meridione e la Sicilia, Ne consegue che gli studenti, lasciando la scuola a 18 anni, ignorano quasi del tutto la storia, l’arte e la cultura della propria terra. Questo vuoto culturale ha conseguenze sociali come dimostra la continua, preoccupante e ingiustificata ‘fuga di cervelli’ di giovani meridionali che emigrano verso il Nord nell’errata convinzione di vivere in un territorio povero di opportunità.
Per riempire questo inaccettabile vuoto culturale offriamo la nostra collaborazione proponendovi per l’anno scolastico 2023-24 i progetti didattici ‘La bellezza di essere meridionali’ illustrati nell’allegato utili a dare un valore aggiunto alla formazione degli studenti meridionali.
3-Progetti-di-cultura-meridionaleDi seguito proponiamo un estratto del testo:
p.44 e 45 Un modello per il mondo
Il nostro tour iniziato a Lampedusa ci ha portati a Palermo,
Brindisi, Matera, poi a Pioppi, Melfi e infine a Taranto.
Sono i luoghi-simbolo delle quattro parole che il Meridione
può e anzi deve gridare al mondo intero il quale a sua
volta, mettendosi alla scuola del Meridione, certamente ne
guadagnerebbe in termini di progresso e di civiltà. Sono i
luoghi-simbolo che possono rappresentare una risorsa per la
società del III millennio.
Sono anche parole che tradotte in progettualità possono
indicare piste di lavoro per i giovani e piste di sviluppo per
il territorio.
D’altra parte che il Meridione possa svolgere un ruolo internazionale
esportando la propria cultura era già nella piena
consapevolezza di Federico II che così scriveva:
“Vogliamo coltivare il regno di Sicilia
con cura particolare
perché sia specchio per l’imitazione
di quanti lo incontrano,
modello di invidia per i regnanti
e modello per i regni”.
p. 28 e 29 L’alimentazione migliore del mondo
Se gran parte di questo paesaggio è rimasto inalterato rispetto
a 3000 anni fa, molto è invece cambiato non solo per
l’intervento urbanistico dell’uomo, ma anche per la ricchezza
di prodotti alimentari di cui questa terra, particolarmente
fertile, si è arricchita grazie all’apporto dei diversi popoli.
Oggi le campagne sono punteggiate dal giallo dei limoni
importati dagli arabi, dal rosso dei pomodori giunti dall’America,
e da una varietà di ortaggi e alberi da frutto provenienti
da ogni parte del mondo.
Questi prodotti nel tempo hanno arricchito e variato l’alimentazione
della gente meridionale con piatti oggi esportati
ovunque. Un’alimentazione a base di verdure, olio, vino, carni,
pesce che da oltre 50 anni è riconosciuta come la migliore
del mondo.
Non lo diciamo noi. Lo hanno detto e lo ripetono i ricercatori
americani.
Il primo è stato Angel Keys che nel suo soggiorno a Pioppi
in provincia di Salerno ha scoperto gli effetti benefici sulla
salute dell’alimentazione locale, da lui definita Dieta Mediterranea
e descritta in un libro diventato best-seller. E così
il 16 novembre 2010 la Dieta Mediterranea è stata inserita
dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni immateriali dell’umanità.
Nelle motivazioni, un particolare riconoscimento è stato
dato alle donne che rivestono un ruolo particolarmente vitale
nella trasmissione delle competenze, nonché della conoscenza
di rituali, gesti e celebrazioni tradizionali, e nella salvaguardia
delle tecniche…
Un meritato riconoscimento a tutte le donne della nostra
terra che hanno svolto e svolgono il lavoro casalingo operando
nel settore primario dell’alimentazione.
p. 84 e 85 La testimonianza di un insegnante
Fatti che ignoravo
“Sono francese e docente di lingua francese. Pur avendo
origini italiane e meridionali, grazie alla collaborazione con
Meridional People ho scoperto tanto sul Meridione, ed in
particolare sulla città di Taranto, in cui ho vissuto ma di cui
sapevo ben poco.
La presenza dei francesi nel corso dei secoli a Taranto
come nelle altre regioni meridionali, per me non era cosa
nota. Le vicende dei Normanni, gli Angioini e poi la storia
di Napoleone (che fece di Taranto la base francese nel Mediterraneo)
erano fatti che ignoravo. Così come non conoscevo
la presenza di illustri personalità francesi a Taranto e tarantini
in Francia nel corso del ’700 e ’800.
Apprendere inoltre l’influsso della lingua francese nei
dialetti meridionali, così come la presenza della lingua gallo-
italica in alcune aree del Sud è stata una sorpresa che ha
arricchito il mio bagaglio culturale di insegnante di lingua
francese.
Così come conoscere l’evoluzione del cibo, cosa era presente
nel Medioevo e come è cambiata l’alimentazione con
le varie dominazioni… sono risultati aspetti interessanti che
stimolano la curiosità.
Gli alunni coinvolti in questi progetti sono stati molto
contenti di queste visite “diverse” dalle altre: non semplicemente
di carattere storico e turistico ma ricche di stimoli
volti ad approfondire temi nuovi e creare opportunità lavorative.
Ma non solo gli alunni: anche i docenti sono stati positivamente
coinvolti in questa conoscenza di vita meridionale.
Allo stesso modo queste pagine dedicate a La Bellezza di
essere Meridionali non solo stimolano il lettore ad approfondire
e scoprire le bellezze, la storia e la cultura meridionale,
ma fanno sì che il lettore stesso diventi divulgatore e portatore
della storia meridionale”.