La pronuncia erasmiana

La pronuncia erasmiana

Durante gli studi condotti da vari esperti al fine di comprendere l’evoluzione della pronuncia del greco antico, così da risalirne all’origine, emersero quelli basati su importanti fonti linguistiche e filologiche di Erasmo da Rotterdam, vissuto nel XVI secolo. Questo metodo è oggi ampiamente utilizzato nell’insegnamento del greco antico nelle scuole e nelle università, ma rimane oggetto di dibattito tra studiosi e docenti.

All’interno di questo articolo andremo esplorando le peculiarità di questa pronuncia, approfondendola nei vari aspetti e ampliando il concetto proposto recentemente all’interno del nostro blog: la pronuncia del greco antico. Con questo articolo, inoltre, porremo fine alla seconda parte di questa meravigliosa lingua dalle origini remote, per addentrarci così nel vasto argomento dei segni diacritici e della punteggiatura.

Origini della pronuncia erasmiana

Chi era Erasmo da Rotterdam?

Erasmo da Rotterdam (1466-1536) fu un celebre umanista, teologo e filosofo olandese, considerato uno dei maggiori esponenti dell’Umanesimo rinascimentale. Nato nei Paesi Bassi, probabilmente a Rotterdam, entrò in giovane età in un monastero agostiniano, sebbene successivamente abbandonò la vita monastica per dedicarsi allo studio e all’insegnamento. Viaggiò in tutta Europa, soggiornando in città come Parigi, Oxford e Basilea, e divenne una delle menti più influenti del suo tempo.

Critico della Chiesa cattolica e promotore di una riforma basata sul ritorno ai testi originali, Erasmo cercò di conciliare la fede con la ragione e si oppose sia agli eccessi della Chiesa romana sia alle posizioni radicali della Riforma protestante. Tra le sue opere più famose vi sono L’elogio della follia (1511), una satira contro le ipocrisie della società e del clero, e la sua edizione critica del Nuovo Testamento in greco (1516), che influenzò profondamente la teologia e la filologia del tempo.

Nel 1528, Erasmo pubblicò un’opera intitolata De recta Latini Graecique sermonis pronuntiatione, in cui criticava l’uso della pronuncia bizantina allora in voga e sosteneva che la pronuncia classica fosse diversa. Basandosi su prove filologiche, tra cui giochi di parole nei testi antichi e testimonianze di grammatici greci e latini, Erasmo tentò così di ricostruire il suono originale del greco parlato nel V e IV secolo a.C.

La pronuncia erasmiana

Erasmo realizzò una pronuncia che dal canto suo potesse esser perfettamente sovrapponibile a quella che parlavano i greci durante l’epoca Classica. Questa pronuncia venne così chiamata etacista, in quanto facesse corrispondere alla lettera eta il suono di una e lunga. Come riportato dal libro Il Nuovo Greco di Campanini, eccone uno schema riassuntivo:

LetteraPronuncia
ɛsuono /e/ chiuso, come nell’italiano pésto
osuono /o/ chiuso, come nell’italiano mósto
ηsuono /e/ aperto, come nell’italiano sètte
ωsuono /o/ aperto, come nell’italiano òtto
υda sola corrisponde a /ü/ (ü lombardo o francese)
nei dittonghi, fuorché quello con iota e iupsilon si pronuncia /u/
γha sempre suono gutturale, fuorché quando è seguita da da γ, κ, χ, ξ che prende un suono nasale.
κha sempre suono gutturale
ζha suono dolce, come nell’italiano zio
θequivale a una /t/ seguita da aspirazione, equiparandola facilmente al /th/ inglese
φ equivale a una /p/ seguita da aspirazione, venendo pronunciata come la fricativa /f/
χequivale a una /k/ seguita da aspirazione, ma nella prassi scolastica si pronuncia come il /ch/ spagnolo o lo /j/ spagnolo

Dibattito e critiche

Nonostante la sua diffusione nell’insegnamento, la pronuncia erasmiana è stata oggetto di numerose critiche. Alcuni studiosi sostengono che essa non rifletta con precisione il greco classico, poiché la fonologia della lingua subì varie trasformazioni nel tempo. Inoltre, la pronuncia erasmiana è spesso vista come un sistema artificiale che non tiene conto delle tradizioni orali e della continuità linguistica del greco.

D’altro canto, la pronuncia erasmiana presenta vantaggi didattici, permettendo agli studenti di distinguere meglio i diversi fonemi e di comprendere con maggiore chiarezza le differenze tra le vocali e le consonanti.

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