La Repubblica romana

La nascita della Res publica

Le rivolte dei patrizi, dei popoli italici e degli abitanti delle colonie della Magna Grecia sono le ragioni storiche che determinarono l’avvento della Res Publica a Roma.

Nell’VIII secolo la Grecia estendeva la sua influenza nell’Italia meridionale; Magna Grecia viene denominata l’area geografica colonizzata.

Dal 509 a.C. i patrizi decisero di istituire un nuovo tipo di governo in cui le decisioni venissero prese non da un re, ma da tutti gli abitanti di Roma: tale governo fu chiamato res publica, ossia “cosa pubblica”. Al posto del re furono eletti due consoli, che rimanevano in carica per un solo anno. Accanto a loro venivano eletti, sempre ogni anno, altri magistrati che si occupavano di amministrare la città e il suo territorio. In pratica però nei primi anni della repubblica il potere rimase nelle mani dei patrizi, gli unici che potevano essere eletti consoli e diventare magistrati o senatori. I plebei, ossia tutto il resto della popolazione non appartenente alle famiglie dei patrizi, erano esclusi da qualsiasi decisione politica.

I plebei volevano però partecipare alla vita politica. Così nel 494 a.C. attuarono una sorta di sciopero: si riunirono su un colle fuori dalle mura di Roma (secessione sull’Aventino e sul monte Sacro), non svolgendo più alcun lavoro e non partecipando al servizio militare. Sarebbero ritornati alla vita normale solo se i patrizi avessero loro concesso di eleggere i propri rappresentanti politici, i tribuni della plebe, e di riunirsi in assemblee formate da soli plebei, i concili della plebe. I patrizi furono costretti ad accettare le loro richieste. Dalla metà del V secolo i plebei ottennero altre concessioni che permisero progressivamente la loro piena partecipazione alla vita politica. Il conflitto tra patrizi e plebei finì nel 367 a.C., quando una legge stabilì che uno dei due consoli dovesse essere plebeo (leggi licinie sestie). In questo modo i plebei riuscirono ad avere libero accesso anche al Senato, dato che i consoli, una volta terminato il loro anno di carica vi entravano di diritto. Ricordiamo però che per accedere al consolato servivano mezzi economici che solo una piccola parte della plebe possedeva.

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