Persona, numero e diatesi del greco antico

Il verbo del greco antico, come esplicitato già nel precedente articolo, è una parte del discorso straordinariamente ricca e complessa, capace di esprimere con precisione non soltanto l’azione, ma anche le relazioni tra soggetto, oggetto e contesto. Tre categorie fondamentali concorrono a caratterizzarlo: persona, numero e diatesi.
Questi tre ultimi elementi – che costituiscono la base stessa di ogni coniugazione – meritano un’attenzione particolare. Attraverso la persona, il verbo precisa chi sia il soggetto dell’azione, distinguendo tra colui che parla, colui a cui si parla e colui di cui si parla. Con il numero, il greco non solo differenzia tra singolare e plurale, ma conserva, almeno nei testi più antichi e solenni, un terzo numero specifico, il duale, che sottolinea con straordinaria precisione la presenza di due soli partecipanti all’azione. Infine, con la diatesi, il verbo stabilisce la prospettiva con cui il soggetto si pone rispetto all’evento: agente, paziente o partecipe in forma intermedia.
La combinazione di queste categorie grammaticali conferisce al verbo greco una flessibilità e una profondità semantica senza pari, che non ha equivalenti nelle lingue moderne se non con perifrasi o costruzioni più lunghe. Analizzare persona, numero e diatesi non significa dunque limitarsi a un aspetto tecnico della grammatica, ma cogliere una parte essenziale della visione della lingua greca.
La persona verbale
La categoria della persona definisce il rapporto tra l’azione e i partecipanti al discorso. Anche in greco, come nelle lingue moderne, le persone sono tre, a differenza del duale che ne possiede solo due (la seconda e la terza):
- Prima persona: chi parla (“io”, “noi”).
- Seconda persona: a chi si parla (“tu”, “voi”).
- Terza persona: di chi o di che cosa si parla (“egli/ella”, “essi/esse”).
Esempi con il verbo λύω (“sciogliere”):
- λύω = io sciolgo (1ª singolare)
- λύεις = tu sciogli (2ª singolare)
- λύει = egli scioglie (3ª singolare)
Le desinenze personali del verbo greco rendono superflua, nella maggior parte dei casi, l’esplicitazione del pronome soggetto (ἐγώ, σύ, ecc.). Il greco, come il latino, è infatti una lingua ad alta flessione: la forma verbale da sola basta a indicare la persona.
Il numero verbale
Il greco conosce tre numeri:
- Singolare → indica un solo soggetto.
- λύω = “io sciolgo”.
- Plurale → indica più di due soggetti.
- λύομεν = “noi sciogliamo”.
- Duale → indica esattamente due soggetti.
- λύετον = “voi due sciogliete” (2ª duale attiva).
- λύεσθον = “voi due siete sciolti” (2ª duale media/passiva).
Il duale è una caratteristica arcaica, già presente nell’indoeuropeo, conservata in omerico e in alcuni autori classici, ma in progressivo declino nella lingua posteriore. La sua esistenza testimonia la tendenza del greco a rappresentare con estrema precisione le situazioni comunicative: il verbo distingue infatti non solo uno e molti, ma anche due.
La diatesi verbale
Il termine diatesi (διάθεσις = “disposizione, atteggiamento”) esprime la posizione del soggetto rispetto all’azione. Non si tratta di una semplice alternanza tra “attivo” e “passivo”, come nelle lingue moderne: il greco presenta infatti tre possibilità, che si collocano su un continuum di ruoli del soggetto:
- Diatesi attiva → il soggetto è agente: compie direttamente l’azione.
- γράφω = “io scrivo”.
- Diatesi passiva → il soggetto è paziente: subisce l’azione compiuta da un altro agente.
- γράφομαι = “io sono scritto”.
- Diatesi passiva → è la diatesi più tipica del greco. In questo caso il soggetto partecipa all’azione n in modo coinvolto:
- riflessivamente (“Io lavo me stesso“);
- reciprocamente (“Essi si abbracciano“);
- con interesse personale (“Io mi preparo per me stesso“).
Spesso, tuttavia, la diatesi passiva non è nettamente distinta dal medio. In alcuni tempi, per esempio, come il futuro, entrambi i tempi coincidono, dando vita al medio-passivo.
Inoltre, in greco antico troviamo persino alcuni verbi che si presentano direttamente alla forma passiva, ma con significato attivo. Questi sono i verbi deponenti. Un esempio può essere ἔρχομαι che significa andare.
Interazione tra numero, persona e diatesi
La vera ricchezza del verbo greco emerge dall’interazione delle tre categorie. Una singola forma verbale contiene già tutte queste informazioni:
- λύομεθα = “noi ci sciogliamo / siamo sciolti”.
- Persona: prima
- Numero: plurale
- Diatesi: media/passiva
Il risultato è una struttura estremamente compatta: dove l’italiano richiede almeno tre parole (“noi siamo sciolti”), il greco ne utilizza una soltanto.